Archivi del mese: dicembre 2020

Grazie!

Sebbene il nostro primo Patrono, S.E.R. Mons. Bertrand Lacaste, ripeteva spesso che «il bene non fa rumore», desidero esprimervi la mia profonda riconoscenza per le tante forme di aiuto che, ancora di più in questo momento di difficoltà, non fate mancare all’associazione. Vorrei infine esprimere un ringraziamento nei confronti di tutte quelle persone che fino a pochi settimane fa nemmeno ci conoscevano e che si sono messe a disposizione per donare il loro tempo per distribuire alle famiglie in difficoltà quanto raccolto. Essere parte di questa meravigliosa realtà è davvero una grandissima gioia e poterla indegnamente rappresentare un onore straordinario.

Per essere autorevoli bisogna essere credibili

I media elettronici prima e lo sviluppo dei social network poi, sullo sfondo del passaggio dalla società borghese dell’Ottocento alla società delle masse del Novecento, hanno modificato in maniera significativa i processi che conducono alla credibilità. È spesso difficile riattivare le forme classiche della relazione “verticale” in un ambiente caratterizzato da un modello comunicativo orizzontale, reticolare e socializzato.

Se esistono situazioni nelle quali ad una persona vengono riconosciute credibilità ed autorità, non è detto che questo, anche per questioni numeriche, possa trasformarsi in un riconoscimento sociale e pubblico e possa portare ad un cambiamento di opinione. Allo stesso modo, chi è nelle condizioni di incidere su opinioni e atteggiamenti pubblici non è detto che goda della necessaria competenza in merito.

S. Messa in suffragio di Mons. Carlo Chiavazza

S. Messa in suffragio di Mons. Carlo Chiavazza, richiamato a Dio il 28 dicembre 1981, cappellano degli   Alpini nella campagna di Russia, che prese parte alle battaglie sul Don e di Nikolaevka, che poi raccontò nel libro Scritto sulla neve, cofondatore del settimanale torinese Il Nostro Tempo nel 1946, fondatore della Scuola di giornalismo, a lui intitolata.

Il presunto Terzo Settore

Bisogna smetterla con una visione storicizzata della cultura, quasi fosse ormai solo parte del nostro passato, in particolare nei casi di musei e teatri: la cultura, anche quella dei tempi passati, è la base della nostra identità ed in essa si riflette costantemente, informandola.

Il presunto Terzo Settore è già il primo. Rappresenta i valori fondanti del Paese. L’economia sociale è già una realtà, rappresentando in Italia oltre 360mila organizzazioni e il 5% del nostro pil. Il cosiddetto non profit, con quasi sei milioni di volontari ed un milione di occupati, rappresenta, per la sua capillarità, flessibilità e pluralità di intervento, il motore sul quale fare leva per attuare un sistema davvero resiliente. Non si tratta di un settore cui destinare risorse in modo residuale ed assistenzialistico, bensì un modello economico stabile su cui innestare i pilastri della ripartenza. Per sua natura, si tratta di un ambito produttivo finalizzato alla generazione di valore sociale in molti settori di interesse generale con la precipua caratteristica dell’assenza di scopo di lucro, dove la cura e la presa in carico si esplicano in attività di assistenza socio sanitaria, educazione e formazione, cultura, sport, ambiente e valorizzazione del territorio e dei beni comuni. Perché è il fattore umano ad essere decisivo.

Abbiamo sempre voluto essere trasparenti e dire le cose alla luce del sole, animati solo dal desiderio di una continuità nel rispetto della Tradizione ma con continui aggiornamenti.

Oggi la salvezza non è nella prossimità

Siamo stati costretti, nostro malgrado, ad un Natale inedito, come mai era capitato ai nostri genitori o nonni, che pure avevano vissuto l’incubo della guerra. Nei momenti difficili potevano infatti abbracciarsi, stringersi ai vicini, per infondersi coraggio e trarre forza gli uni dagli altri; il nemico era visibile, percepibile, e perciò anche esorcizzabile. Noi invece, rischiamo di avvertirne la presenza anche dov’esso non è: soprattutto, finiamo per vederlo negli altri, che perciò, prima di ogni altra cosa, diventano un possibile pericolo. Da mesi la salvezza non è nella prossimità, ma nella distanza, e questo potrebbe rinchiuderci in noi stessi quando la pandemia sarà soltanto un brutto ricordo. Quanto importante è stata la fantasia dei piccoli gesti, che abbiamo invitato tutti ad inventare per farci vicini alle persone sole, a quanti sono sfiduciati o vivono nel bisogno.

S. Natale

Questo anno è stato per tutti difficile e spesso drammatico e luttuoso, che ha messo a dura prova la vita di tutti. Un pensiero inevitabile va a coloro che sono “andati avanti”. Nonostante le difficoltà, grazie ai suoi   soci e volontari, l’associazione ha mantenuto fede al motto della nostra ispiratrice “SERVIRE”.

Desidero augurare ad ognuno di voi un Santo Natale.

 

Auguri

Gli auguri per voi e i vostri cari sono qualcosa di più di un saluto formale. Lungo quest’anno, abbiamo dovuto affrontare difficoltà inedite, ma abbiamo incontrato tante buone volontà che ci riconducono alla fede, alla speranza ed alla carità.

Presepe

Oltre al suo ruolo spirituale fondamentale, il presepe è anche un segno di speranza, di resistenza e di fiducia nel futuro: La pandemia ci impone la distanza fisica ed il rispetto delle regole che servono a proteggerci, per uscire al più presto da questa emergenza, ma sono certo che durante tutto questo periodo il presepe faccia sentire unita tutta la nostra comunità.

Tricesimo (UD)

Donazione di 550 mascherine chirurgiche all’Istituto Santa Maria dei Colli di Fraelacco, in collaborazione con la delegazione per il Friuli Venezia Giulia dell’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro.