La nostra partecipazione al disegno di salvezza non ci conduce fuori dal mondo, ma deve misurarsi con la realtà che ci circonda, con la concreta realtà di tutti intorno a noi. Oggi, in particolare, è nel servire i malati, i sofferenti, gli isolati.
Il servizio chiede di misurarci con gli eventi e sulle responsabilità che ci attendono. La storia ed il modo di vivere sono cambiati da un momento all’altro. I segni premonitori non hanno scalfito la fiducia nelle nostre possibilità: né l’11 settembre 2001 ed il terrorismo che di lì in poi ha insanguinato il mondo, né la crisi finanziaria del 2008 con le devastanti conseguenze economiche che perdurano. Ma ora il nemico ci aggredisce senza farsi vedere, svelando la fragilità della condizione umana. L’umanità si è accorta dei suoi limiti di fronte a un virus che non riesce a debellare e persino a conoscere. Nelle nostre leggi è stato dichiarato il diritto alla salute, ma non riusciamo a garantirlo di fronte ad un virus. Più umilmente, avremmo dovuto garantire la cura della salute. In pochi mesi il mondo è diventato diverso, per il futuro sta a noi dire come. L’auspicio è che assomigli a quello che si prende cura di chi soffre e con responsabilità fa rinunce per non nuocere al prossimo. Questa sì che sarebbe una risurrezione! Ce lo auguriamo a vicenda in questa Settimana Santa!