Giornata Mondiale dell’Infanzia e dell’Adolescenza

Riunione delle giuria del nostro Prix international pour les actions en faveur de l’enfance, fondato nel 1989.

Nel 1924, con la “Dichiarazione di Ginevra”, la quinta Assemblea generale della SDN approva un documento in cinque punti, ove per la prima volta si fa riferimento ai “diritti del bambino”. Nel 1948 da tale documento si sviluppa una Dichiarazione in sette punti adottata dall’ONU ed il 20 novembre 1959 viene promulgata dalla sua assemblea generale la “Dichiarazione dei Diritti del Fanciullo”, tuttora in vigore. Nel 1978 il Governo polacco introduce formalmente la proposta d’adottare una specifica Convenzione sui diritti del bambino, da promulgare in occasione dell’Anno Internazionale del bambino del 1979. Durante l’Anno del Bambino del 1979, la Dichiarazione del 1959 è stata pubblicizzata celebrando il suo ventesimo anniversario e dando così spunto per la stesura di una Convenzione sui Diritti del Bambino. Uno dei diritti già previsti nel 1959 era che “il bambino ha bisogno di una particolare protezione e di cure speciali, compresa un’adeguata protezione giuridica sia prima che dopo la nascita”.

I diritti garantiti dalla Convenzione Internazionale sui Diritti dell’Infanzia sono raccolti in un documento onnicomprensivo senza distinzioni, né suddivisioni, perché ogni articolo è da considerarsi di uguale importanza, indivisibile, correlato agli altri ed interdipendente. Il 26 gennaio 1990 a New York la Convenzione viene firmata da 61 paesi durante la cerimonia ufficiale. Il 20 gennaio 2015, la Somalia è diventata il 194^ Stato ad averla ratificata. Il contrasto alla povertà educativa resta una delle sfide primarie che l’Italia deve affrontare.

Nel 30° anniversario della ratifica dall’Italia, occorre una seria riflessione sul valore della persona e sul significato del generare, che deve anche ispirarsi alla vicenda della bimba nata 15 mesi fa in Ucraina da maternità surrogata e poi abbandonata dai suoi “committenti” ed agli embrioni generati in vitro e abbandonati nei congelatori perché, come ha ricordato il Papa, “quanti sono concepiti sono figli di tutta la società”.