Quest’anno passerà certamente alla storia come quello che ha interrotto lo scorrere della vita così come lo conoscevamo in tutto il mondo a causa della pandemia e ha imposto a tutti una nuova normalità, i cui parametri si stanno ancora definendo. E’ stato il secondo anno che ha colpito le economie mondiali, ha chiuso confini ed aeroporti, e ha tenuto le persone più vicine alle loro case. Siamo diventati tutti migliori nell’uso della tecnologia disponibile. L’umanità si è dovuta adattare. In campo umanitario, le sofferenze si sono moltiplicate esponenzialmente, e abbiamo dovuto proporzionare i nostri sforzi per poter raggiungere il maggior numero di persone che soffrivano in conseguenza della pandemia. I principali programmi di sostegno sono aumentati. Inoltre, e grazie alla disponibilità senza precedenti che ha risposto ai nostri appelli lanciati, siamo stati in grado di aiutare migliaia di famiglie nelle necessità umanitarie di base. E malgrado la mancanza di mezzi adeguati e allenamento, tutti hanno fatto uno sforzo eroico per adattarsi continuamente ed essere a servizio di chi aveva veramente bisogno. Le attività che coinvolgevano un numero maggiore di persone sono state ridotte, ma i contatti sono stati mantenuti. Tuttavia nel corso dell’anno è stata chiesta flessibilità e tutti abbiamo dovuto adeguarci. Nessuna persona, nessun gruppo, nessuna istituzione ha tutto ciò che serve, ma allo stesso tempo ciascuno è necessario. Solo insieme possiamo sostenerci a vicenda. Ognuno con il proprio compito, la propria funzione, il proprio servizio, la propria identità, ma tutti insieme “al servizio”.