“Quanto è splendido il digiuno
Che si adorna dell’amore
Spezza generoso il tuo pane con chi ha fame
Altrimenti il tuo non è digiuno, ma risparmio”.
Con questo canto dal Vespro del martedì di Quaresima, la liturgia maronita, imbevuta della teologia dei padri siriaci, collega strettamente il digiuno con la carità. In un tempo in cui il digiuno per tanti è di fatto una forma di dieta, la Chiesa che insegna tramite la liturgia ricorda che il digiuno cristiano è molto più dell’astinenza dai cibi. L’apostolo Paolo non ha dubbi sul fatto che la carità sia la corona delle virtù cristiane, e un digiuno non abbellito dallo splendore della carità è vano. E l’apostolo Giovanni chiarisce che la pietra di paragone della vera carità è la praticità e la concretezza, perciò esorta: «Figlioli, non amiamo a parole né con la lingua, ma coi fatti e nella verità» (1 Gv 3,18).
La povertà ha diversi volti, e Santa Madre Teresa, che era tanto familiare con la povertà e la fame materiale, ha affermato un giorno che nel mondo occidentale – dove la gente sembra più ricca – vi è una fame più grande e una povertà più grave di quella che si riscontra nelle viuzze di Calcutta: è la povertà spirituale, la mancanza di senso e l’indigenza di chi ha rinunciato al suo Signore, fonte, senso e fine della nostra esistenza. Noi cerchiamo umilmente, nel nostro piccolo, di fare la nostra parte adoperandoci per questa carità, definita da Giovanni Paolo II la «diaconia della verità» (Fides et Ratio, 2).
Il nostro operato è una missione di servizio che sgorga dalla nostra fede cristiana e dal nostro amore per il prossimo.
Siamo convinti che la nostra epoca rispecchi in modo speciale la profezia del profeta Amos: «Ecco, verranno giorni, – dice il Signore Dio – in cui manderò la fame nel paese, non fame di pane, né sete di acqua, ma d’ascoltare la parola del Signore» (Am 8,11).
L’Associazione si impegna a continuare a compiere quest’opera di “carità nella verità” iniziata oltre 36 anni fa, e ha bisogno della Sua comunione e dell’aiuto spirituale e materiale di tutti! Viviamo questa Quaresima di dono per sperimentare assieme la gioia doppia che il canto liturgico promette:
“A chi ha bisogno dona ciò che ti è avanzato
E sperimenterai la fecondità della Quaresima
Canta il digiuno con due bocche: Una bocca che digiuna!
E un’altra che gioisce grazie al tuo dono!”.