L’associazione porge le sue più sentite condoglianze al popolo israeliano, alle comunità ebraiche e alle famiglie delle vittime causate da questa dichiarazione di guerra, che deve essere condannata a tutti i livelli, oltre al fatto che la colpa è sempre dell’aggressore, in Israele come in Ucraina.
50 anni fa Israele fu colta di sorpresa, ma si trattava di eserciti arabi contro l’esercito israeliano, divise contro divise. Stavolta è assai peggio di altre guerre e nei prossimi giorni si potrebbero scoprire altri massacri ed i loro mandanti.
Ma fa davvero impressione che ci siano dei nostri connazionali i quali, senza neanche un attimo di rispettoso silenzio al cospetto di incursioni esplicitamente indirizzate ad uccidere «ebrei» (non «israeliani»), abbiano ritenuto di esaltare i «legittimi attacchi palestinesi».
Ricordiamo che il leader degli arabi di Palestina Amin al-Husseini, Gran Mufti di Gerusalemme, risiedette in Germania per tutta la durata della seconda guerra mondiale al servizio dei nazisti, specializzandosi nelle trasmissioni di propaganda che esortavano i musulmani di tutto il mondo ad ammazzare gli ebrei nelle loro vicinanze. Anche Fawzi al-Qawuqji trascorse la guerra in Germania al servizio dei nazisti. Nonostante fossero nemici fra loro, entrambi quei leader arabi abbracciarono l’ideologia nazista. Qawuqji divenne in seguito il comandante dell’Esercito di Liberazione Arabo che esortava a gettare gli ebrei in mare. Nella primavera del 1942, circa il 78% dei volontari arabi disertò dall’esercito britannico, spesso rubando le armi allo scopo di aiutare i tedeschi a combattere gli ebrei quando fosse venuto il momento. Un sondaggio mostra che l’88% degli arabi palestinesi parteggiava per la Germania nazista, mentre solo il 9% sosteneva il Mandato Britannico.
Questi sono i fatti. La strada per la pace richiede di riconoscere la verità storica e d’assumersi le proprie responsabilità, per aprire un nuovo capitolo di pace e di riconciliazione.
Per il momento l’associazione conferma, dal 22 al 26 novembre 2023, il suo pellegrinaggio in Terra Santa, guidato personalmente – per la prima volta – dal Presidente nazionale, Cav. Gr. Cr. Ilario Bortolan, nell’anniversario del richiamo a Dio della Regina Elena”.