Dopo l’alluvione che ha colpito ieri la provincia (una domenica come nel 2014), i fiumi cominciano a sgonfiarsi. Nella notte 150 camion sono stati impiegati per trasportare 4.500 tonnellate di materiali. La voragine è stata tamponata, in attesa di un intervento risolutivo. E’ stata firmata la richiesta di stato di emergenza nazionale per aree sempre più estese dei territori di Nonantola e Castelfranco Emilia.
Un’emergenza nell’emergenza, sei anni dopo. Sono ripiombati nell’incubo i modenesi e si sono svegliati con la paura. Nel giorno dove il colore protagonista avrebbe dovuto essere il giallo, riconquistato dall’Emilia Romagna nella gestione del Covid-19, si è invece imposto il rosso, a causa della forza di milioni di metri cubi d’acqua su centinaia di ettari di campagne e strade, che sono stati completamente sommersi. L’origine in una falla di ben 70 metri, nella zona tra Gaggio di Castelfranco e Nonantola. Alle 7.30 è stato ricevuto il messaggio che diceva di salire ai piani superiori ma era già tutto allagato. Nel giro di mezz’ora non si vedeva più la strada. Proprio in queste zone ci fu una esondazione analoga nel ’66. In oltre 50 anni, non si è riusciti a risolvere il problema. I Comuni di Nonantola e di Castelfranco per tutta la notte hanno monitorato l’argine ma nessuno poteva prevederne la rottura. A Nonantola l’onda è arrivata a 100 metri dal centro, la strada provinciale era un fiume. Il danno è incalcolabile, tutta la zona industriale “galleggia”. Molte persone hanno dovuto lasciare le loro case e c’è stato un immediato monitoraggio delle forze dell’ordine per evitare lo sciacallaggio.
L’Associazione Internazionale Regina Elena Odv distribuirà oggi stufe a combustibile e radiatori ad olio per lottare contro il freddo.