Il Senato ha approvato la mozione n. 45 sul riconoscimento dell’Holodomor come genocidio ai danni del popolo ucraino. Quella tragedia rappresenta una delle pagine più buie di quel tragico trentennio: dal 1922 al 1953, la dittatura violenta di Josef Stalin. La grande carestia fu soprattutto conseguenza di una politica economica dissennata, nel nome di un collettivismo esasperato, che privava il contadino della maggior parte dei frutti del suo lavoro. E che, all’inevitabile resistenza di quest’ultimo, rispondeva a con una repressione disumana. Arresti, deportazioni, fucilazioni in massa, in quelle terre che erano il “granaio d’Europa”, mentre agli eventuali fiancheggiatori, esponenti di un ceto più illuminato, veniva riservata l’accoglienza nei gulag, che furono allora, per le prime volte, sperimentati.
Con 130 voti favorevoli, nessun contrario e solo quattro astensioni (Cucchi, De Cristofaro, Floridia e Magni), l’Aula ha approvato la mozione in cui si afferma che l’Holodomor fu una “carestia deliberata” perpetrata dall’Unione Sovietica di Stalin tra il 1932-33, causando – secondo le stime – almeno 3 milioni di morti. La mozione vincola l’Italia “a promuovere in Italia e all’estero la consapevolezza e il ricordo di questa tragedia”. Nel testo della mozione si legge: “Il biennio 2022-2023 segna il 90° anniversario dell’Holodomor, in un momento storico in cui il popolo ucraino patisce le sofferenze della guerra di aggressione scatenata dalla Federazione russa, di cui parte della classe dirigente non ha mai reciso del tutto i legami con il passato sovietico e persegue un disegno imperiale ed egemonico volto a estendere la sfera d’influenza russa su diversi territori precedentemente appartenenti all’ex Unione sovietica, in particolare l’Ucraina”.